Via libera al “Green Deal europeo”, l’insieme di piani, programmi e azioni che dovrà portare l’Europa entro il 2030 all’abbattimento del 50% delle emissioni di CO2 ed entro il 2050 alla Carbon neutrality, facendo così dell’Unione Europea il leader mondiale nella lotta ai cambiamenti climatici.
Una grande missione, che è sì una sfida, ma anche un’occasione per un cambio di paradigma che implica l’avanzamento tecnologico della UE. Proprio per favorire la transizione verso un sistema sempre più carbon free, verrà creato gàa a partire da gennaio 2020 di un “Fondo di transizione” destinato a mobilitare investimenti per 100 miliardi di euro nei prossimi sette anni. Ma le tutele non dovrebbero fermarsi a questo e c’è già chi prospetta l’entrata in vigore di un meccanismo di tutela dell’industria europea dalla concorrenza di Paesi meno attenti alla regolamentazione sul clima, quantomeno per i settori più esposti alla transizione verso la carbon neutrality.
Da quanto anticipato finora, il Green Deal europeo coprirà tutti i settori dell’economia: dai trasporti all’energia, dall’agricoltura all’industria e richiederà investimenti significativi per raggiungere gli obiettivi fissati: la Commissione ha prospettato un finanziamento dedicato di circa 260 miliardi di euro, pari all’1,5% del PIL della intera UE, cui si aggiungerà il sostegno ulteriore della Banca Europea per gli Investimenti, da appostare sul Bilancio 2021-2027 dell’Unione. Il tema della lotta al cambiamento climatico sarà prioritario e trasversale a tutti i programmi di finanziamento della tornata 2021-2017, a partire da quelli alimentati dai fondi Strutturali e di Investimento Europei (fondi SIE), a gestione regionale.In questo modo, il Green Deal europeo, deciso dalla Commissione ed approvato dal Parlamento Europeo, porterà i propri risultati sulla vita dei cittadini, delle istituzioni e delle imprese di tutte le regioni dell’Unione Europea.