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News

IRIS alla piattaforma delle conoscenze

IRIS ha partecipato al meeting della Piattaforma delle conoscenze del Progetto Mettiamoci in RIGA che si è tenuto lo scorso 22 settembre in videoconferenza.

Il tema al centro del confronto è stato il clima che cambia; IRIS ha portato la propria esperienza, sviluppata con successo in termini di misure di adattamento ai cambiamenti climatici applicate nelle aree industriali, al tavolo di confronto “Strategie di gestione dei rischi climatici” della sessione plenaria.

L’incontro ha rappresentato un momento di confronto tra i referenti dei vari progetti per avviare lo scambio di buone pratiche replicabili in altre realtà italiane.

Il Progetto “Mettiamoci in RIGA”, finanziato a valere sul PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020, l’incontro “il Clima che cambia” è stato organizzato nell’ambito della Linea LQS di “Mettiamoci in RIGA”, quella dedicata alla disseminazione e replicazione delle buone pratiche presenti nella “Piattaforma delle Conoscenze”.

La Piattaforma delle conoscenze rappresenta un prezioso strumento di Knowledge Management che mette a sistema e condivide modelli, linee guida, metodologie e strumenti, individuati quali “buone pratiche”, sviluppati nell’ambito di progetti italiani finanziati da Programmi europei per l’ambiente e il clima (LIFE, CIP Eco innovazione, CIP EIE, VII Programma Quadro, Horizon 2020).

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Carlsberg zero sprechi acqua

Carlsberg Italia mette in atto le azioni del Piano di adattamento in linea alle politiche di sostenibilità ambientale aziendali e si prefigge l’ambizioso obiettivo di zero sprechi d’acqua al 2030. In particolare, le attività del Piano di adattamento hanno riguardato uno studio idrogeologico finalizzato al monitoraggio continuo delle fonti di approvvigionamento idrico con una valutazione di lungo periodo delle future portate d’acqua e l’installazione del nuovo pastorizzatore flash.

Oggi lo stabilimento di Induno Olona grazie alle azioni di risparmio idrico ha raggiunto notevoli risultati: 163.166 m³ d’acqua risparmiati dal 2015 al 2019, pari al riempimento di 5.626 autocisterne da 29.000 litri; 23,1% in meno di consumo idrico specifico, ovvero la quantità d’acqua necessaria per produrre un ettolitro di birra, dal 2015 al 2019 avvicinandosi allo step intermedio fissato dal Gruppo di -25% entro il 2022.

Molte sono le attività messe in atto dall’azienda in Italia. Tra le più rilevanti: adozione di nuove tecnologie in Birrificio per ottimizzare il trattamento delle acque reflue senza gravare sul depuratore consortile e per ridurre il consumo di acqua, grazie soprattutto al nuovo Pastorizzatore Flash, installato nel 2018, che consente di ridurre ulteriormente i consumi idrici nei processi di produzione; monitoraggio costante dei consumi e della rete idrica dello Stabilimento per migliorare l’efficienza produttiva, oltre che per individuare eventuali perdite o malfunzionamenti con la massima tempestività.

E ancora: ispezione periodica dell’alveo del fiume Olona che scorre sotto il Birrificio e manutenzione periodica della diga sovrastante per prevenire emergenze ambientali, contribuendo così alla salvaguardia del territorio e preservando la business continuity; ricerca continua di Partner per sviluppare innovazioni e soluzioni che permettano di raggiungere lo Zero spreco d’acqua in futuro.

 

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INNOVATION FUND EU: nuovi finanziamenti per progetti low-carbon

Ad inizio luglio la Commissione ha indetto la prima chiamata per proposte che possano essere finanziate dall’Innovation Fund, uno dei più importanti programmi a livello mondiale per le nuove tecnologie a basse emissioni. Il fondo è alimentato in parte dalle entrate dell’Ue’s Emission Trading System, cioè dalla vendita di permessi di inquinare alle aziende europee, ed in parte dalle risorse avanzate del precedente programma NER 300. Risorse che comunque potranno essere incrementate con i contributi dei fondi nazionali.

Finanzierà progetti green capaci di sviluppare tecnologie innovative. Nel corso dei prossimi 10 anni saranno quindi resi disponibili fino a 10 miliardi di euro, perlopiù destinati a quei progetti che hanno già implementato tecnologie, ma che senza incentivi iniziali faticherebbero ad introdurle nel mercato; una più piccola parte (circa 8 milioni) sarà riservata invece a progetti promettenti ma non ancora immediatamente realizzabili, né pronti per essere lanciati, così che queste risorse possano sostenerne lo sviluppo. I parametri sulla base dei quali saranno valutate le proposte sono la capacità di ridurre o evitare le emissioni, il potenziale di innovazione, la maturità tecnologica e finanziaria, l’efficienza in termini di costi.

Per la chiamata di quest’anno – che mette in gioco 1 miliardo di euro – le candidature potranno essere presentate entro il 29 Ottobre 2020, sfruttando l’apposito portale “EU Funding and Tenders portal; ad inizio 2021 saranno resi noti i progetti vincitori e fornite le indicazioni per i passi successivi.

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Consultazione pubblica per la nuova Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici europea

La Commissione europea ha aperto il 14 maggio 2020, una consultazione pubblica in materia di adattamento ai cambiamenti climatici (Adaptation to Climate Change – Blueprint for a new, more ambitious EU strategy).
L’Europa ha annunciato l’adozione di una nuova e più ambiziosa strategia europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici. Gli impatti climatici sono già avvertiti in tutta Europa e probabilmente aumenteranno di intensità e frequenza. I continui cambiamenti climatici aumenteranno la probabilità di conseguenze gravi e irreversibili; senza adeguate misure di mitigazione delle emissioni sarà difficile garantire la tenuta degli ecosistemi naturali, la sicurezza alimentare globale o frenare lo sfollamento delle persone.
In questo contesto, è importante raccogliere i contributi delle parti interessate per la nuova strategia al fine di informare sulle opzioni politiche già adottate, nonché per meglio definire il livello adeguato di ambizione.
Sarà possibile rispondere alla consultazione entro il 20 agosto 2020.
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Due consultazioni pubbliche per il clima dall’UE

La Commissione Europea ha più volte dichiarato che la partecipazione dei cittadini, come quella di tutte le realtà economiche e sociali dei Paesi membri, è fondamentale per la riuscita del programma previsto dal Green Deal europeo. È per rendere reale e concreto questo proposito che sono state attivate due consultazioni pubbliche: quella sulla Climate Law (31 Marzo 2020 – 23 Giugno 2020) – ovvero l’atto giuridico che trasforma in legge l’obiettivo fissato dal Green Deal europeo per rendere l’economia e la società europee a impatto climatico zero entro il 2050 – e quella sul Climate Pact (4 Marzo 2020 – 27 Maggio 2020) – che sarà varato a fine 2020, in concomitanza della conferenza dell’ONU prevista a Glasgow il prossimo autunno (COP26).

L’emendamento che potrebbe interessare la neonata Legge sul Clima, e che ora è aperto al dibattito online, consiste in una modifica degli obiettivi stabiliti per il 2030. La consultazione ha lo scopo di fornire maggiori elementi e punti di vista, prima di valutare la proposta di innalzamento della soglia di riduzione di emissioni dal 40 al 55%, una misura atta a rendere più stringenti i target e le scadenze intermedie, così da facilitare il raggiungimento dell’obiettivo finale. Ad oggi sono più di mille gli interventi pubblicati sulla pagina ufficiale della consultazione online.  

Il Climate Pact è invece una delle iniziative corollario della Legge sul Clima, che contribuirà al raggiungimento dei suoi obiettivi. Questo Patto vuole essere una raccolta di idee, esperienze, soluzioni ed iniziative provenienti dall’intera comunità, che saranno raccolte dalla Commissione durante le dodici settimane di consultazione. La partecipazione pubblica sarà essenziale ai fini della costituzione del Patto, che intende includere direttamente e attivamente la collettività nella progettazione delle prossime azioni per il clima; azioni volte ad incoraggiare il cambiamento nei settori in cui è più fondamentale ed urgente – quali la mobilità, l’energia e l’edilizia – ed al contempo incentivare cambiamenti di comportamento e scelte di consumo sia individuali che collettive.

Attraverso queste due consultazioni l’UE manda chiaro il messaggio che ritiene necessario coinvolgere tutte le parti interessate, compresa la società civile, per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e della Climate Law. Inoltre, sancisce inequivocabilmente l’impegno a mantenere la lotta ai cambiamenti climatici e il raggiungimento della sostenibilità ambientale ai primi posti dell’agenda europea. 

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Un Green New Deal per l’Europa

Via libera al “Green Deal europeo”, l’insieme di piani, programmi e azioni che dovrà portare l’Europa entro il 2030 all’abbattimento del 50% delle emissioni di CO2 ed entro il 2050 alla Carbon neutrality, facendo così dell’Unione Europea il leader mondiale nella lotta ai cambiamenti climatici.

Una grande missione, che è sì una sfida, ma anche un’occasione per un cambio di paradigma che implica l’avanzamento tecnologico della UE. Proprio per favorire la transizione verso un sistema sempre più carbon free, verrà creato gàa a partire da gennaio 2020 di un “Fondo di transizione” destinato a mobilitare investimenti per 100 miliardi di euro nei prossimi sette anni. Ma le tutele non dovrebbero fermarsi a questo e c’è già chi prospetta l’entrata in vigore di un meccanismo di tutela dell’industria europea dalla concorrenza di Paesi meno attenti alla regolamentazione sul clima, quantomeno per i settori più esposti alla transizione verso la carbon neutrality.

Da quanto anticipato finora, il Green Deal europeo coprirà tutti i settori dell’economia: dai trasporti all’energia, dall’agricoltura all’industria e richiederà investimenti significativi per raggiungere gli obiettivi fissati: la Commissione ha prospettato un finanziamento dedicato di circa 260 miliardi di euro, pari all’1,5% del PIL della intera UE, cui si aggiungerà il sostegno ulteriore della Banca Europea per gli Investimenti, da appostare sul Bilancio 2021-2027 dell’Unione. Il tema della lotta al cambiamento climatico sarà prioritario e trasversale a tutti i programmi di finanziamento della tornata 2021-2017, a partire da quelli alimentati dai fondi Strutturali e di Investimento Europei (fondi SIE), a gestione regionale.In questo modo, il Green Deal europeo, deciso dalla Commissione ed approvato dal Parlamento Europeo, porterà i propri risultati sulla vita dei cittadini, delle istituzioni e delle imprese di tutte le regioni dell’Unione Europea.

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Clima e Finanza Sostenibile

Il 12 novembre è avvenuto a Roma l’evento di apertura della settimana dei SRI 2019 in cui è stato presentato lo studio svolto dal Forum per la Finanza Sostenibile e da Bva Doxa intitolato: “Risparmiatori italiani e il cambiamento climatico”. L’indagine basata su un campione di persone tra i 25 e i 64 anni che hanno investito più di 1000€ nell’ultimo anno ci dice che solo il 13% degli italiani effettua investimenti in sostenibilità e socialità, un dato molto basso vista l’urgenza di queste scelte. La motivazione potrebbe essere identificata in una mancanza di comunicazione da parte del sistema finanziario; tanto è vero che il 43% non ha mai sentito parlare di prodotti SRI (Social responsible investment) e che più della metà giudicano in maniera carente l’informazione fornita dai media, dalle istituzioni e dagli operatori finanziari su questa tematica. Il tutto in contrapposizione al fatto che più dell’80% degli intervistati ritiene necessario essere messo al corrente della sostenibilità ambientale e sociale dei propri investimenti, e che il 31% dei rispondenti deciderebbe di aumentare i propri investimenti nel caso questi ultimi avessero finalità ambientali e sociali.

La conoscenza delle caratteristiche dei prodotti SRI è definita “insufficiente” dal 47% dei risparmiatori, ciò nonostante si intravedono segnali di miglioramento nella comunicazione da parte degli intermediari finanziari: la quota di risparmiatori a cui gli operatori hanno proposto investimenti sostenibili è passata dal 31% del 2018 al 40% del 2019.

I sottoscrittori di Investimenti SRI attribuiscono grande importanza ai temi ambientali. Infatti, per il 92% la presenza di politiche in favore dell’ambiente proposte dalle imprese è stata “molto” o “abbastanza” rilevante nella loro scelta. Tra i temi ambientali che guidano maggiormente le scelte degli investitori sono le energie rinnovabili seguite dalle politiche di risparmio energetico e dall’economia circolare.

Per quanto riguarda la percezione dei risparmiatori rispetto ai temi ambientali le cause dei cambiamenti climatici sono state identificate in primis nelle emissioni di CO2 seguite da inquinamento atmosferico e sfruttamento delle risorse naturali.  Le emergenze climatiche che preoccupano maggiormente sono l’aumento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai, insieme all’inquinamento atmosferico e quello dei mari. L’agricoltura, il settore alimentare e quello dell’energia sono state le aree economiche ritenute più esposte ai cambiamenti climatici.

Da sottolineare anche l’intervento effettuato dal vicepresidente del IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) Carlo Carraro durante l’evento di apertura il quale identifica come principale difficoltà per la creazione di un’economia sostenibile la destinazione di fondi di investimento sufficienti a trasformarla. Il vero problema non sarebbe infatti il costo che è limitatissimo, pari allo 0,06% del Pil, bensì negli investimenti necessari per la creazione dell’infrastruttura sostenibile che secondo il rapporto di Morgan Stanley sarebbero pari a 1600 miliardi di dollari l’anno, una cifra che eguaglia quanto già si spende in infrastrutture energetiche. Attualmente la finanza sostenibile è in crescita ed è stimata pari a 510 miliardi di dollari nel 2017 dimostrando come sempre di più si stia riuscendo a comprendere la convenienza di questa scelta, specialmente nel lungo termine. Tuttavia, ad oggi il divario tra investimenti necessari e quelli disponibili ammonta tra i 500 e i 1000 miliardi di dollari annui. Secondo Carraro per colmarlo e iniziare così un processo di transizione occorrerebbe tagliare i sussidi sui combustibili fossili, sfruttare al meglio i green bonds e far leva sul risparmio derivante da una maggiore efficienza energetica. Adesso, secondo il vicepresidente del IPCC, è necessario che i governi intervengano prontamente con piani di investimento precisi poiché difficilmente si riuscirà ad evitare un aumento delle temperature di 2° C entro fine secolo ma se non si prendono scelte decise a rischio c’è il futuro della specie umana oltre che il presente.

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DECRETO CLIMA: 450 milioni di investimento per la riduzione della CO2

Il 14 ottobre 2019 è stato promulgato dal Presidente della Repubblica il decreto legge “Misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria”, il cosiddetto “Decreto Clima”. Nel complesso, il Decreto Clima stanzia 450 milioni di investimento, messi a disposizione dai proventi delle aste relative alle quote di emissione di CO2, raccolti dal GSE e versati in un capitolo dedicato del bilancio dello Stato.
Illustrato in premessa l’impianto legislativo di riferimento e richiamato il carattere di urgenza del problema (Art. 1), il Decreto introduce cinque provvedimenti utili ad affrontare la questione del cambiamento climatico e a favorire la riduzione delle emissioni, ovvero:

1.     l’incentivazione della mobilità sostenibile nelle aree metropolitane (Art. 2); misura centrale del Decreto, l’intervento riconferma il “Programma sperimentale buono mobilità” per chi rottama un automobile di classe ambientale fino ad Euro 3 o uno scooter a due tempi. Limitato ai residenti in città sottoposte a infrazione europea per la qualità dell’aria, il fondo prevede lo stanziamento di 255 milioni di euro in sei anni, con incentivo di 1.500 euro per ogni autovettura e di 500 euro per ogni motociclo rottamato, da utilizzare entro i successivi tre anni, per l’acquisto – anche a favore di famigliari e conviventi – di abbonamenti al trasporto pubblico locale e di biciclette convenzionali o a pedalata assistita. Il provvedimento prevede inoltre il prolungamento, l’ammodernamento e la messa a norma di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale.

2.     La promozione di mezzi a basso impatto ambientale per il trasporto scolastico (Art. 3); il provvedimento stanzia 20 milioni da utilizzare negli anni 2020 e 2021 per la riduzione degli impatti provenienti dal servizio di trasporto scolastico, grazie all’acquisto di mezzi di trasporto ibridi o elettrici.

3.     Il sostegno ad azioni di riforestazione (Art. 4); attraverso un programma sperimentale rivolto alle città, è previsto lo stanziamento di 30 milioni di euro nel biennio 2020-2021 per la messa a dimora di alberi e la creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane.

4.     Il supporto alla vendita di prodotti alimentari e detergenti sfusi o alla spina (Art. 7); l’iniziativa riconosce agli esercenti commerciali di vicinato e di media struttura che si attrezzano per la vendita di prodotti alimentari e detergenti sfusi o alla spina, un contributo a fondo perduto fino a 5.000 euro. Le risorse disponibili sono di 40 milioni di euro per il biennio 2020-2021.

5.     La più immediata disponibilità di informazioni e dati sulla qualità dell’aria (Art. 6); è questa una misura finalizzata non ad incentivare una risposta diretta al problema delle emissioni in atmosfera, bensì a favorire – attraverso una più ampia disponibilità di dati ed informazioni – la maggiore partecipazione delle comunità ai processi decisionali ed il migliore accesso alla giustizia in materia ambientale. Il provvedimento, rivolto ai responsabili di centraline e sistemi di rilevamento della qualità dell’aria e ai gestori del servizio idrico, non prevede incentivi finanziari, ma l’obbligo alla pubblicazione dei dati acquisiti.

 

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Come difendere l’azienda dai cambiamenti climatici

IRIS partecipa all’evento climate crisis and business continuity il prossimo 26 NOVEMBRE 2019 Ore 14.30 – 17.30/18.00 Sheraton Lake Como Hotel Via per Cernobbio, 41° – Como.

L’evento organizzato nell’ambito del progetto SMART è gratuito e aperto e rivolto a tutte le tipologie di aziende, per illustrare gli impatti climatici sulle imprese e le misure di adattamento e mitigazione ad oggi disponibili per sostenere le organizzazioni a diventare resilienti al cambiamento climatico.

Ampio spazio sarà dato a testimonianze di aziende che hanno già valutato i propri rischi legati agli eventi climatici estremi ed attuato azioni concrete di riduzione degli stessi.

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Forum Cambiamenti climatici: primo incontro con i Comuni per l’Energia e il Clima (PAESC)

Partono i primi appuntamenti del Forum regionale sui Cambiamenti Climatici definito nella Strategia di mitigazione e adattamento per i cambiamenti climatici della Regione Emilia-Romagna (DAL n. 187/018). L’incontro rappresenta il primo di una serie di eventi dedicati agli enti locali e sarà incentrato sulla redazione del Patto dei Sindaci per l’Energia e il Clima (PAESC); in particolare, saranno condivisi il programma e gli obiettivi del Forum e verranno presentati gli strumenti che il sistema regionale, anche attraverso le sue agenzie e società in house, intende mettere a disposizione dei Comuni e delle Unioni dei Comuni per la redazione e il monitoraggio dei Patto dei Sindaci per l’Energia e il Clima (PAESC).

L’appuntamento è per il 31 ottobre dalle 14.00 alle 17.30 presso la Sala Poggioli – Viale della Fiera 8 – Bologna Regione Emilia-Romagna.

Scarica il Programma FORUM SRCC_1 incontro Comuni 31 10 2019 def (1)

 

L’evento è gratuito per la partecipazione è richiesta l’iscrizione  https://forms.gle/SwNVUN1PyAyMMBdx7

 

 

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