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Clima e Finanza Sostenibile

Il 12 novembre è avvenuto a Roma l’evento di apertura della settimana dei SRI 2019 in cui è stato presentato lo studio svolto dal Forum per la Finanza Sostenibile e da Bva Doxa intitolato: “Risparmiatori italiani e il cambiamento climatico”. L’indagine basata su un campione di persone tra i 25 e i 64 anni che hanno investito più di 1000€ nell’ultimo anno ci dice che solo il 13% degli italiani effettua investimenti in sostenibilità e socialità, un dato molto basso vista l’urgenza di queste scelte. La motivazione potrebbe essere identificata in una mancanza di comunicazione da parte del sistema finanziario; tanto è vero che il 43% non ha mai sentito parlare di prodotti SRI (Social responsible investment) e che più della metà giudicano in maniera carente l’informazione fornita dai media, dalle istituzioni e dagli operatori finanziari su questa tematica. Il tutto in contrapposizione al fatto che più dell’80% degli intervistati ritiene necessario essere messo al corrente della sostenibilità ambientale e sociale dei propri investimenti, e che il 31% dei rispondenti deciderebbe di aumentare i propri investimenti nel caso questi ultimi avessero finalità ambientali e sociali.

La conoscenza delle caratteristiche dei prodotti SRI è definita “insufficiente” dal 47% dei risparmiatori, ciò nonostante si intravedono segnali di miglioramento nella comunicazione da parte degli intermediari finanziari: la quota di risparmiatori a cui gli operatori hanno proposto investimenti sostenibili è passata dal 31% del 2018 al 40% del 2019.

I sottoscrittori di Investimenti SRI attribuiscono grande importanza ai temi ambientali. Infatti, per il 92% la presenza di politiche in favore dell’ambiente proposte dalle imprese è stata “molto” o “abbastanza” rilevante nella loro scelta. Tra i temi ambientali che guidano maggiormente le scelte degli investitori sono le energie rinnovabili seguite dalle politiche di risparmio energetico e dall’economia circolare.

Per quanto riguarda la percezione dei risparmiatori rispetto ai temi ambientali le cause dei cambiamenti climatici sono state identificate in primis nelle emissioni di CO2 seguite da inquinamento atmosferico e sfruttamento delle risorse naturali.  Le emergenze climatiche che preoccupano maggiormente sono l’aumento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai, insieme all’inquinamento atmosferico e quello dei mari. L’agricoltura, il settore alimentare e quello dell’energia sono state le aree economiche ritenute più esposte ai cambiamenti climatici.

Da sottolineare anche l’intervento effettuato dal vicepresidente del IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) Carlo Carraro durante l’evento di apertura il quale identifica come principale difficoltà per la creazione di un’economia sostenibile la destinazione di fondi di investimento sufficienti a trasformarla. Il vero problema non sarebbe infatti il costo che è limitatissimo, pari allo 0,06% del Pil, bensì negli investimenti necessari per la creazione dell’infrastruttura sostenibile che secondo il rapporto di Morgan Stanley sarebbero pari a 1600 miliardi di dollari l’anno, una cifra che eguaglia quanto già si spende in infrastrutture energetiche. Attualmente la finanza sostenibile è in crescita ed è stimata pari a 510 miliardi di dollari nel 2017 dimostrando come sempre di più si stia riuscendo a comprendere la convenienza di questa scelta, specialmente nel lungo termine. Tuttavia, ad oggi il divario tra investimenti necessari e quelli disponibili ammonta tra i 500 e i 1000 miliardi di dollari annui. Secondo Carraro per colmarlo e iniziare così un processo di transizione occorrerebbe tagliare i sussidi sui combustibili fossili, sfruttare al meglio i green bonds e far leva sul risparmio derivante da una maggiore efficienza energetica. Adesso, secondo il vicepresidente del IPCC, è necessario che i governi intervengano prontamente con piani di investimento precisi poiché difficilmente si riuscirà ad evitare un aumento delle temperature di 2° C entro fine secolo ma se non si prendono scelte decise a rischio c’è il futuro della specie umana oltre che il presente.

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